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Molto spesso, il mondo emotivo dei nostri bambini viene trascurato; si privilegiano la loro capacità di apprendimento, le loro abilità e competenze.

Si pone attenzione e ci si interroga sulle emozioni dei nostri bambini solo quando diventano un problema difficile da gestire, come ad esempio scatti di rabbia esplosivi oppure la paura di separarsi dalla propria mamma.

Partiamo dall’inizio: Che cosa sono le emozioni e a cosa servono?

Le emozioni fanno parte della nostra vita da quando nasciamo! Sono segnali fisiologici, indipendenti dalla nostra volontà, che il corpo e la mente ci inviano per metterci in guardia da un pericolo, farci partecipare a qualcosa di bello o aiutarci a prendere una decisione. La paura, per esempio, è un’emozione importantissima perché serve a difenderci da una minaccia. Mentre la passione è il carburante che ci permette di raggiungere un obiettivo.

Non esistono emozioni positive né negative; questa suddivisione è fuorviante. Si può per esempio dire che la rabbia o la paura sono emozioni negative? no, hanno una precisa funzione; guidano e orientano il nostro comportamento.

Le emozioni funzionano alla stessa stregua delle sensazioni fisiologiche: si può morire di caldo o di freddo e si prova moltissimo disagio se sono molto intense queste sensazioni; allo stesso modo si muore di paura se la paura è intensa… e si sta malissimo se la rabbia è intensa. La sensazione che può derivare è di impazzire. Oppure una gran voglia di agire per scaricarla, o ancora la sensazione di non riuscire a dominarla.

Ai bambini è importante insegnare che le emozioni hanno un propria funzione e vanno tutte accolte! La rabbia non può fare paura, la tristezza non può essere soffocata!! Che cosa possiamo fare per aiutare i nostri bambini?

Ascoltare, comprendere e riconoscere le loro emozioni!!!

Se un bambino si sente ascoltato e compreso, non avrà timore a esprimere le proprie emozioni e, pian piano, imparerà anche a riconoscerle e a padroneggiarle.

Per esempio, se non si riconosce la tristezza, egli imparerà ben presto che quell’emozione non può essere espressa! ecco che può emergere un pensiero del tipo: “non devo piangere! se piango, mamma starà male”.

Quando un’emozione viene repressa può trovare via di fuga ed espressione nel corpo con la comparsa dei cosiddetti disturbi somatici; mal di testa, mal di pancia che ci portano a ricorrere all’aiuto del pediatra il quale poi non trova alcun riscontro medico.

Che cosa possiamo fare di fronte alla rabbia del nostro piccolo?

Prima di tutto bisogna consentire al bambino di esprimerla attraverso modalità socialmente accettabili. Poi occorre cercare con lui una soluzione, per esempio aiutarlo a trasformare la collera in determinazione, in una valutazione più attenta di alcuni aspetti.

E se ha paura?

Occorre rimandargli che questa emozione è molto utile e può, in alcuni casi, segnalare la presenza di un pericolo. Mentre alcune paure, come quella del buio, possono essere affrontate ragionando. Non dobbiamo trasmettere ai bambini l’idea che se si ha paura, si è deboli!

E se sembra un cavallo imbizzarrito dalla felicità?

Che meraviglia! Accogliamo sempre questa emozione!! Non è cosi scontato che un bimbo sia felice ed al settimo cielo per un’esperienza che sta vivendo!

Aiutiamo i bambini ad esprimere le loro emozioni e a non farsi travolgere! Per far questo, i genitori hanno un compito preciso: non possono nascondere le loro emozioni ma devono mostrarle e condividerle.

Non abbiate paura di far vedere che siete tristi per qualcosa o vi fa arrabbiare qualcosa! I bambini imparano da ciò che vivono!

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